Il film di Ridley Scott, basato sul romanzo fantascientifico di Andy Weir, rappresenta il perfetto equilibrio tra accuratezza scientifica e finzione avvincente.
Il 18 febbraio 2021, Perseverance, il rover della Nasa ha toccato con successo il suolo marziano. Il mezzo iper-tecnologico ha già iniziato la sua missione i cui obiettivi primari consistono nello studiare l’abitabilità di Marte, nell’investigare il suo passato e cercare tracce di eventuale vita biologica.
La missione esplorativa di cui Perseverance fa parte, Mars 2020, rappresenta solo uno dei numerosi appuntamenti che ci aspettano in questo 2021 spaziale. Tuttavia il rinnovato entusiasmo per il pianeta rosso ha rievocato in me un film di pochi anni fa, The Martian, che ricordo mi aveva colpito per il suo particolare realismo.
In questo articolo ho voluto approfondirne proprio gli aspetti legati all’accuratezza scientifica.
Cos’è The Martian?
The Martian è un film uscito nel 2015, diretto da Ridley Scott e tratto dall’omonimo romanzo di Andy Weir. E’ stato definito come uno dei film di fantascienza scientificamente più accurato di tutti i tempi.
L’uomo di Marte
Nel 2035, durante una missione con equipaggio su Marte, l’astronauta/botanico Mark Watney – interpretato da Matt Damon – viene ritenuto morto dopo una violenta tempesta e lasciato sul posto dal resto dell’equipaggio. Watney, invece, è sopravvissuto alla tempesta e si ritrova bloccato da solo su un pianeta ostile. Con scarse provviste, deve attingere alla sua ingegnosità e al suo spirito di sopravvivenza per trovare il modo di segnalare alla Terra di essere ancora vivo. A milioni di chilometri di distanza, la NASA e un team di scienziati internazionali lavorano instancabilmente per riportare a casa “il marziano”, mentre i suoi compagni di squadra pianificano contemporaneamente un’audace e rischiosa missione di salvataggio. Mentre queste storie di incredibile coraggio si svolgono, il mondo si riunisce per auspicare il ritorno di Watney sulla Terra.
Il libro da cui è tratto il film è stato concepito inizialmente da Andy Weir, un programmatore statunitense appassionato di letteratura fantascientifica, come un esperimento mentale1. Weir, infatti, ha inizialmente immaginato come sarebbe potuta essere una vera missione con un equipaggio terrestre su Marte e i potenziali problemi che gli astronauti avrebbero dovuto pianificare. Lo scrittore si è avvicinato alla trama con il pensiero meticoloso di un ingegnere.
La prima bozza, pubblicata per la prima volta sul sito web di Weir, è stata letta da circa 3.000 lettori, i quali ne hanno amato proprio i dettagli più realistici, proponendone correzioni e revisioni in perfetto stile scientifico.
Così come Weir ha chiesto ai suoi fan di rivedere il suo romanzo, anche il regista del film Ridley Scott ha chiesto alla NASA di controllare il film e assicurarsi che tutto fosse corretto – o il più corretto possibile. La NASA ne è rimasta così colpita che hanno utilizzato il film come campagna di marketing per le loro future missioni con equipaggio su Marte.
Il panorama marziano
Una parte consistente delle scene del film ambientate sul pianeta rosso sono state girate in Giordania, nel deserto del Wadi Rum, detto anche Valle della Luna.
Qui si possono vedere ampie dune di sabbia e gigantesche montagne rocciose, una spettacolare serie di archi naturali, alte scogliere, massicce frane, spettacolari forme di alterazione cavernosa e strette gole. Queste caratteristiche, unite al tipico colore arancio-rossastro, ne contraddistinguono l’estetica creando un ambiente quasi ultraterreno.
Proprio per queste sue peculiarità, il Wadi Rum è una delle location preferite per i film hollywoodiani ambientati sul pianeta rosso. Oltre a The Martian, finora ha fatto da sfondo a molti film come The Last Days on Mars (2013), Red Planet (2000), Mission to Mars (2000), ecc. Ma anche Transformers: Revenge of the Fallen, Prometheus, Lawrence d’Arabia, ecc.


Una differenza piuttosto visibile tra il Wadi Rum e il suolo marziano è la mancanza di crateri da impatto, che si formano quando gli asteroidi erranti si schiantano sulla superficie del pianeta. Questi sono molto comuni su Marte, a differenza della Terra, poiché la geologia del pianeta rosso non è abbastanza attiva per cancellarli rapidamente.
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Quanto è scientificamente accurato The Martian?
Ogni volta che esce un nuovo film di fantascienza, ci si chiede spesso quanto questo sia “accurato scientificamente”. Ma l’accuratezza o il “realismo” di un film di fantascienza non dovrebbero dipendere solo dalla scienza e dalla tecnologia, ma anche da come sono rappresentati gli scienziati e della loro cultura. Con questo in mente, “The Martian” potrebbe essere il film sullo spazio più realistico (ma immaginario) di tutti i tempi. Come l’omonimo libro di Weir, il film cattura la cultura della scienza: il modo in cui gli scienziati parlano, il modo in cui interagiscono, le loro motivazioni e la loro risposta a un fallimento estremo.
Nel complesso è un film molto buono e, sebbene ci siano degli errori, è il “primo vero film su Marte“. È il primo film che cerca di essere realistico e che descrive le problematiche legate all’esplorazione del pianeta, al contrario di vari film ambientati su Marte che sono essenzialmente sparatutto o film dell’orrore.
La tempesta di sabbia
Togliamo subito il pezzo grosso: la tempesta di sabbia che mette in moto tutto all’inizio del film non è realistica. Sebbene su Marte vi siano effettivamente delle tempeste di sabbia, la pressione atmosferica è talmente bassa che il vento è trascurabile, pur considerando che la polvere stessa possa essere comunque dannosa. L’atmosfera marziana è spessa solo l’1% di quella terrestre, quindi un vento di Marte di 100 mph, che è possibile anche se piuttosto raro sulla superficie, avrebbe solo la stessa forza dinamica di un vento di 10 mph sulla Terra.

Tuttavia Weir stesso ha ammesso2 di essere consapevole che le tempeste di sabbia su Marte non sarebbero state così feroci, ma voleva un modo emozionante per iniziare il suo romanzo, quindi si è concesso un margine di manovra letteraria. Dopotutto si tratta sempre di fantascienza.
Dinamiche orbitali
Forse uno degli aspetti più concreti del film è l’accuratezza del tempo del viaggio tra la Terra e Marte. Mentre in alcuni film di fantascienza abbiamo personaggi che sfrecciano da un punto all’altro, The Martian rivela la brutale realtà del volo spaziale: ci vorrebbero circa otto mesi per arrivare o partire da Marte con la tecnologia attualmente in possesso.
La Gravità
Marte ha circa un terzo della gravità della Terra, il che è sicuramente un vantaggio per astronauti con una tuta spaziale piuttosto pesante. Watney, si muove su Marte in modo simile a come farebbe sulla Terra, ma in realtà il Pianeta Rosso ha circa il 30% della gravità del nostro pianeta, il che significa che il movimento sarebbe un po’ diverso. Per quanto abbiamo potuto assistere, non si sono preoccupati di questo aspetto nel film.
Produrre ossigeno
Su Marte, Watney per sopravvivere, deve portare la sua scorta di ossigeno ovunque vada. Ma prima deve prodursela. Nel suo habitat usa l ‘ossigenatore, un sistema che genera ossigeno utilizzando l’anidride carbonica del generatore di carburante MAV (Mars Ascent Vehicle). Anche sulla Stazione Spaziale Internazionale, gli astronauti hanno un sistema di generazione dell’ossigeno, che rielabora l’atmosfera della navicella per fornire continuamente aria respirabile in modo efficiente e sostenibile. Il sistema produce ossigeno attraverso un processo chiamato elettrolisi, che divide le molecole d’acqua nei loro componenti ossigeno e atomi di idrogeno. L’ossigeno viene rilasciato nell’atmosfera, mentre l’idrogeno viene scartato nello spazio o immesso nel Sistema Sabatier, che crea acqua dai sottoprodotti rimanenti nell’atmosfera della stazione. La NASA sta lavorando per recuperare ancora più ossigeno dai sottoprodotti nell’atmosfera per prepararsi ad un viaggio su Marte.
Produrre acqua
Per produrre l’acqua, il protagonista brucia l’idrogeno con l’ossigeno. Certamente è un’idea funzionante, ma non ha considerato che l’acqua può essere estratta dal suolo. L’acqua è disponibile allo stato naturale su Marte come ghiaccio, permafrost o intriso nel suolo3. Il suolo marziano è composto per circa il 5% del suo peso da acqua alle basse latitudini e fino al 60% vicino ai poli. Probabilmente i primi esploratori marziani non otterranno la loro acqua importando idrazina dalla Terra e bruciandola con il prezioso ossigeno della cabina, ma la estrarranno dal terreno.
Il terreno marziano
Watney ricorre ad una combinazione dei suoi stessi escrementi, acqua e terreno marziano per coltivare patate. Ma il suolo marziano sarebbe davvero utile per questo scopo? Non è sterile? Se consideriamo il contenuto di minerali di base e il contenuto chimico, sì, sarebbe possibile coltivare piante nel suolo marziano, ciò indica che è un’idea molto realistica.

Radiazioni
Trascorrere un periodo di tempo così prolungato nello spazio, parliamo quindi di mesi o anni, aumenta il rischio di sviluppare malattie correlata alle radiazioni. Gli astronauti in genere rimangono nei confini sicuri della magnetosfera terrestre, quelli delle missioni Apollo hanno trascorso solo pochi giorni per andare e tornare dalla Luna.
Ma nel film, l’equipaggio di Ares III trascorre quasi un mese sulla superfice marziana. È probabile che l’habitat raffigurato nel film potrebbe essere leggermente diverso in una vera missione futura su Marte; potrebbe essere necessario affondarlo parzialmente nel terreno, fornendo una protezione naturale dalle radiazioni.
Decollo da Marte
Per lasciare il pianeta rosso, l’equipaggio di Ares utilizza un Mars Ascent Vehicle (MAV). Nel libro viene spiegato come questo estrae il metano dall’atmosfera marziana per creare carburante. Il razzo accelera quindi a una velocità orbitale che gli consente di incontrarsi e attraccare con la navicella Hermes, la quale riporta gli astronauti sulla Terra.
La NASA ha ammesso che questo è uno dei maggiori ostacoli per le future missioni su Marte. Semplicemente non conoscono la logistica del decollo da Marte e tutte le incognite che ne derivano. Proprio per scoprire come potrebbe essere fatto, la NASA sta pianificando una missione per testare un eventuale ritorno nel 2030.
Conclusioni
The Martian è un film con effetti speciali spettacolari, una trama avvincente, ma soprattutto mostra cosa significa essere uno scienziato. Watney nel suo disperato ma lucido tentativo di sopravvivenza, costruisce argomenti scientifici, fa calcoli, affronta il risultato di un errore di ragionamento: le sue risposte non sono in fondo ad un libro, ma si basano sulla sua esperienza. Questo coinvolge il pubblico con una scienza avvincente e convincente.

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Fonti e approfondimenti
- Nasa – Nine Real NASA Technologies in ‘The Martian’
- FilmQuest – Wadi Rum: Mars
- Space.com – ‘The Martian’ Might Be the Most Realistic Space Movie Ever Made
- IFLScience – How Accurate Is The Martian? 9 Things The Movie Got Right And Wrong
- Guardian – How scientifically accurate is The Martian?
Riferimenti:
- The Wall Street Journal – A Survival Guide to Mars
- EarthSky – Fact and fiction of Martian dust storms
- The Guardian – Nasa scientists find evidence of flowing water on Mars